giovedì 18 dicembre 2014

La bambina e la Storia un libro di Liana Marini in Rinaldi

Ecco un nuovo libro che abbiamo appena finito di stampare.

Liana Marini in Rinaldi - Nasce a Viareggio (LU) quando il padre è impiegato alla Banca Toscana.
Va ad abitare a Poggibonsi quando il padre viene trasferito e nominato dirigente nella sede bancaria di quella località. Insieme alla famiglia è costretta a sfollare sulle Colline del Chianti per sottrarsi ai distruttivi bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale.
Ritorna a Poggibonsi alla fine della guerra ed intraprende gli studi a Siena per conseguire il Diploma Magistrale ed in seguito il Dottorato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. La professione del marito, chimico, dott. Athos, la porta a Livorno. 
In questa città, dove vive tuttora, si dedica con grande passione all’insegnamento nella scuola elementare come maestra fino alla pensione.
Frequenta due corsi di perfezionamento alla laurea su la “Famiglia ed Educazione familiare” presso il dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Firenze. 
Ha scritto poesie e articoli su riviste locali.

Prefazione
Questo libro di Liana Marini Rinaldi (affettuosamente "Liana") ci racconta una realtà, che oggi, a ripensarci, sembra incredibile ed assurda: il passaggio della SECONDA GUERRA MONDIALE in quei civili e pacifici paesi tra il Chianti Classico, la Val d'Elsa e le ridenti colline e balze che da San Gimignano s'inoltrano verso Volterra, paesi che sono il cuore della Toscana, ed anche il mio cuore. Un paesaggio umanizzato che esprime al meglio la civiltà e la cultura toscane e che è testimonianza, soprattutto, della pacifica operosità di generazioni di toscani, che quel paesaggio hanno "costruito", nei secoli, con il loro intelligente ed assiduo lavoro.
Se, dunque, appare insensato che il più grande flagello bellico dell'umanità abbia sconvolto luoghi così evoluti e sereni, ancor più inaccettabile e mostruoso risulta che tale immane sciagura abbia "svelato" il proprio fardello di atrocità e nefandezze agli occhi, puri ed ingenui, di una bambina. Infatti, Liana ci accompagna nella vivida narrazione dei bombardamenti disastrosi, dei morti e dei feriti, delle case e dei paesi distrutti, dello sfollamento verso luoghi relativamente più sicuri, del pericolo delle mine e dei mitragliamenti aerei lungo le strade, dei saccheggi e delle violenze sulle persone, il tutto visto con lo sguardo quasi incredulo di una fanciulla. E' la "GRANDE STORIA" che, inopinatamente, "tocca" la piccola bambina; le dischiude la realtà del "MALE"; la rende più matura, rivelandole precocemente alcuni "arcani" dell'esistenza.
La bambina, fortunatamente, passa indenne attraverso tutte le barbarie della guerra, grazie certamente al suo carattere positivo, vigoroso e determinato (che l'accompagnerà per il resto della vita), ma anche in virtù di "valori" imprescindibili che contraddistinguono la sua Persona.
In primo luogo, una Famiglia forte e solidale, che rappresenterà sempre il "faro di luce" cui la piccola può affidarsi nei momenti più cupi e tetri della tragedia bellica: sono toccanti le parti del libro che Liana dedica a descrivere l'affetto profondo che la lega al Babbo (una figura che è poco definire "valorosa"); le premure con cui assiste la Mamma, la quale porta in grembo la sorellina Annalisa, che nascerà proprio durante lo sfollamento; le numerose doti sartoriali e gastronomiche della Nonna, capaci di suscitare momenti di gioia e piacevolezza pur nel grigiore e nelle tremende difficoltà della guerra. Una Famiglia - in definitiva - che ha applicato in pieno la frase di Papa Francesco riportata all'inizio del libro: "si impara ad amare in seno alla famiglia".
Altro "valore" cui la bambina ha fatto ricorso contro il volto maligno della Grande Storia, è la sua stessa religiosità - innata e naturale - maturata anch'essa nel clima e nella cultura familiari che abbiamo descritto sopra: e qui non possiamo non menzionare le commoventi parole con cui la fanciulla - più volte nel libro - si rivolge all'immaginetta metallica del "Gesù Bambino di Praga", che sempre porta sulla sua persona.
Infine, il "valore" della solidarietà umana, che rafforza il cameratismo fra le persone, consentendo alle medesime di superare insieme le più dure difficoltà e di affrontare con serenità e rinnovata energia le sfide dell'esistenza: un "valore" che accompagnerà fortunatamente tutti gli italiani - dalla Guerra fino alla Ricostruzione - ed al quale Liana dedica le pagine più toccanti ed indimenticabili del libro: quelle dove descrive gli altri luoghi dello sfollamento, soffermandosi in particolare sull'aiuto vicendevole che si concretizzò tra gli sfollati e gli abitanti del posto.
Nel suo libro, Liana ci regala anche brani di vera poesia, come quando racconta il lento procedere di notte, nella cipresseta, verso Lornano; del barroccio con le masserizie, trainato dal "possente cavallo dal manto rossiccio con criniera e coda bionde"; l'amorevole cura con cui una coppia di cardellini accudisce ai propri piccoli; la "scoperta" di una sorgente nel verde misterioso e cupo del bosco; la nascita, nella foresta, di un agnellino, seguita in presa diretta.
Non posso dimenticare alcune deliziose "istantanee" che Liana dedica alle tradizioni ed agli usi familiari e giovanili di tempi ormai scomparsi: vedi la "cucina economica" ed il "fuoco a letto", con l'immancabile "trabiccolo"; la venuta della Befana, con la "calza" appesa al camino; i passatempi delle bambine con l'indimenticabile "gioco della campana"; l'attesa festosa e comunitaria della cottura del pane e delle schiacciate, all'imboccatura del forno a legna; infine la "festa" che accompagnava la lavorazione del suino, effettuata in casa.

Un libro, dunque, quello di Liana, pieno di ricordi spesso amari, ma anche ricco di "valori" che additano il cammino della speranza e della fiducia, non solo per il passato, ma anche per oggi e per domani: vedi in particolare il "valore della solidarietà", che gli italiani hanno purtroppo "dimenticato" e che devono assolutamente ritrovare per salvare il nostro Paese.
Con questo auspicio chiudo questa prefazione , riportando - in proposito - la bellissima frase con cui Liana ha posto termine alla sua fatica e che rappresenta un po' la sintesi ed il filo conduttore di tutto il suo viaggio nella memoria: "IL BENE ESISTE SE NEL CUORE C'E' FIDUCIA E BENEVOLENZA VERSO CIASCUNA PERSONA CHE INCONTRIAMO DURANTE IL CAMMINO DELLA VITA".


Fabio Del Zanna
Milano, Novembre 2014







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